Nick e' uno psicologo, si occupa delle persone schiave del gioco d'azzardo. Nick pero' prima di essere psicologo ha fatto mille lavori: boscaiolo, agente di commercio, barista, portalettere ed anche il guardiano di un faro, ed e' questo lavoro, durato solo pochi mesi, che gli e' rimasto nel cuore.
La nostalgia di stare con la testa tra le nuvole a scrutare l'orizzonte in completa solitudine non lo ha mai lasciato, nemmeno quando la sua vita ha preso una direzione completamente diversa, che lo ha improvvisamente portato con i piedi per terra.
Ogni giorno Nick ha ricordato il suo faro, chiedendosi se poteva esserci un modo per ricreare il silenzio e la solitudine di quel periodo felice.
Poco per volta un'idea, ancora vaga, ha cominciato a formarsi nella sua mente e alla sera, per scaricare il fardello della giornata in clinica, si e' messo a disegnare. Ha rispolverato i vecchi righelli, le squadre, i compassi dei tempi del college e foglio dopo foglio ha messo su carta il suo sogno. Ha lavorato con tenacia, noncurante dei commenti (non sempre incoraggianti) degli amici e dei familiari
I suoi schizzi sono diventati un progetto: costruire un faro in mezzo alla foresta in un'isola ancora piu' piccola dell'isola in cui vive e lavora.
Trovato il terreno Nick ha acquistato una jeep di seconda mano, un vecchio carrozzone dismesso di nomadi e ha dedicato ogni minuto libero a lavorare al suo sogno.
John il figlio, e i suoi amici hanno dipinto il carrozzone con dei grandi fiori tropicali, e Nick con grande ingegno ha usato il motorino di un elettrodomestico per costruire una piccola pompa, ha messo sopra al tetto del carrozzone un pannello solare grande poco piu' di una scatola di biscotti, il tutto per potersi fare il tea of course. Anche se dall'altra parte dell'emisfero sono e rimangono inglesi!
All'interno del carrozzone ha ricavato un piccolo letto, alcuni scaffali e per 3 anni quella e' stata la sua summer house. Questo e' il tempo che gli ci e' voluto per costruire il faro che vedete nella foto. La torre e' alta 15 metri, ogni piano e' una stanza e l'ultima che non e' ancora stata ultimata sara' tutta a vetrate per poter osservare il cielo con il telescopio. Per salire la torre ci sono delle scale che portano a delle botole, una per piano. Il sistema e' molto ingegnoso, l'unica avvertenza e' ricordarsi di chiudere la botola, che costituisce parte del pavimento della stanza, e non dimenticare nulla ai piani inferiori perche' la salita e la discesa non sono agevoli. Ma che importa! Nick e' felicissimo!
Nick ha usato legno di eucalipto trovato nella foresta, 50 chilogrammi di chiodi e l'unico mezzo meccanico la jeep che gli e' servita per issare i grandi tronchi che costituiscono la struttura esagonale del faro. Il resto e' frutto della forza umana, della tenacia e dell'abilita' degli antichi romani a cui Nick si e' ispirato per la realizzazione del faro.
Seduti su delle sedie da campeggio con il faro davanti, una tazza di tea in mano e il profumo degli eucalipti intorno, George ed io abbiamo ripensato al nostro Calvino, al Barone Rampante, e quando poi e' arrivata l'ora di lasciare l'isola e dal finestrino dell'auto abbiamo visto Nick che ci salutava con la mano dal tetto della sua torre abbiamo pensato che forse l'uomo puo' essere felice.
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